Precario. Un’odissea.

Credo sia più facile entrare alla CIA che fare l’insegnante in Italia. Un’odissea irta di corsi, ricorsi e trappole sadiche, nella quale devi pensare che “sei fortunato” se riesci ad avere le stesse classi per due anni di fila, o se resti precario “solo” 6 anni. Un’odissea in cui non sai dove ti porterà il prossimo colpo di testa del ministero, dell’ufficio scolastico, o del famigerato “algoritmo”, l’onnipotente forza che governa le assegnazioni provvisorie. Nel festeggiare un traguardo raggiunto non posso dimenticare l’insulsa marea di ostacoli che ho dovuto superare per arrivare a quest’Itaca. Ho cercato di riassumere in questo post 7 anni di incertezza. Solo sette, perché sono fortunato.

2016: laurea specialistica con lode in glottodidattica. In precedenza avevo svolto un master sullo stesso argomento, purtroppo mai riconosciuto dal ministero.

Tre mesi prima della laurea: riforma del reclutamento docenti. Addio al TFA, arriva il FIT, cioè un percorso di formazione in aula di tre anni non solo non retribuito, ma addirittura a pagamento. Non solo: per accedere è necessario integrare gli esami della laurea specialistica con 24 CFU ulteriori (da pagare a parte). Le materie di tali CFU erano già nel mio piano di studi, ma UNITO mi riconosce solo quelli svolti a Torino (alla faccia dell’equipollenza). Pago il processo di riconoscimento crediti + qualcosa come 200 euro per integrare i CFU “mancanti”, sostenendo un ulteriore esame. (Lato buffo della faccenda: il nuovo sistema di reclutamento “FIT” non sarà mai avviato.)

2017: vengono aperte le iscrizioni triennali per le liste dei supplenti. Mi iscrivo per medie e superiori per inglese, ma un errore della segreteria fa sì che non compaia nelle liste per le scuole superiori, da cui rimarrò escluso di fatto per oltre due anni. Ad oggi, non ho mai insegnato nelle scuole superiori in Italia.

Dal 2016 al 2020 si avvicendano i ministri e ognuno annuncia concorsi che non saranno mai svolti.

Nell’anno scolastico 2017/2018 partecipo a un progetto di scambio in Irlanda per conto del MIUR. Pagato 918 euro al mese dal MIUR lavoro come assistente di italiano in una scuola superiore. Il contratto è atipico, non rinnovabile, e non fa maturare né ferie né contributi. Mentre sono in Irlanda mi faccio riconoscere il titolo di studio per poter eventualmente insegnare anche lì. Il riconoscimento costa alcune centinaia di euro ed è vincolato al superamento di un master integrativo del costo di qualche migliaio di euro da svolgere entro tre anni. Subordino quest’ultimo aspetto alla possibilità di ottenere un posto lì: trovo un’unica posizione aperta in tutto lo stato. Non vengo assunto. Torno in Italia.

17 ottobre 2018: vengo convocato per la prima supplenza, della durata di due settimane, a G***, su cattedra di sostegno. Il 30 ottobre sarò poi convocato per una supplenza annuale, sempre su sostegno, a C***. Inizia così il mio primo anno scolastico italiano.

1 luglio 2019: scaduto il mio contratto annuale, chiedo la mia prima NASpI. La chiederò per i successivi tre anni.

23 settembre 2019: vengo convocato per la prima volta per una supplenza annuale di inglese. Andrò ad A***. È l’anno del Covid. Pur licenziato ogni anno a giugno e ripreso a settembre inoltrato, riuscirò a mantenere una continuità di tre anni scolastici. Ogni anno però dovevo ri-iscrivermi alle liste per i supplenti, che si aprivano per una finestra temporale limitata “a sorpresa” durante l’estate, e sperare che nessun altro scegliesse quella sede prima di me.

Giugno 2020: viene finalmente indetto un concorso ordinario per medie e superiori al modico costo di 10 euro ciascuno. Mi iscrivo a entrambi. Vorrei iscrivermi anche al concorso straordinario ma l’anno di servizio svolto in Irlanda (nonostante fossi a libro paga del MIUR) non mi viene riconosciuto e quindi non arrivo ai tre minimi necessari per sostenerlo.

Marzo 2022: dopo quasi due anni, vengono svolte le prove scritte dei concorsi ordinari del 2020.

Giugno 2022: devono ancora finire le prove dei primi due concorsi quando viene indetto un nuovo concorso straordinario per chi ha almeno tre anni di servizio. Questa volta ci rientro in pieno. Solo che costa 128 euro e ci sono solo 20 posti. Alla fine, decido di iscrivermi comunque.

Agosto 2022: supero anche l’orale relativo al concorso ordinario per le medie. Sono finalmente un docente abilitato… ma devo attendere la conclusione di tutti gli orali per scoprire se avrò una convocazione.

Settembre 2022: per un errore informatico scopro che A***, la “mia” scuola da tre anni, non è stata inserita tra le scuole selezionabili per quest’anno scolastico. Sono costretto a spostarmi in un’altra sede. Mi viene assegnata un’altra supplenza annuale di inglese, a D***.

Ottobre 2022: supero anche l’orale del concorso ordinario per le superiori. Sono finalmente un docente abilitato anche per l’insegnamento di secondo grado (ma devo attender eccetera… come sopra). Pochi giorni dopo supero anche il concorso straordinario (che è solo orale), con il massimo del punteggio. Finisco inaspettatamente in graduatoria.

Novembre 2022: mi viene comunicato che grazie alla mia posizione nel concorso straordinario ho ottenuto un posto di ruolo nella scuola di… A***! La stessa dei tre anni precedenti! Sulla carta, devo iniziare il giorno dopo, ma lascerei le mie attuali classi e farei licenziare la collega che nel frattempo ha preso il mio posto. Chiedo ed ottengo (in via eccezionale) di poter finire l’anno a D***. Inizia il mio “anno di prova”: un anno di lavoro con annessi corsi di formazione, ore di osservazione in classe, relazioni da compilare, e un sacco di altre incombenze burocratiche. Lato buffo della faccenda: essendo stato assunto dal concorso straordinario (che non era abilitante), devo sostenere un esame integrativo, su cinque materie, a mie spese (198 euro) entro giugno 2023 per perfezionare l’abilitazione. Se non lo supero, viene meno anche il contratto indeterminato che è appena stato prefigurato.

Maggio 2023: dopo un “corso” di oltre 120 ore di video-lezioni su argomenti che ironicamente, sulla carta, rappresentavano i prerequisiti di ammissione al concorso stesso, sostengo e supero l’esame integrativo presso l’Università di Torino.

Giugno 2023: sostengo l’esame finale di fronte al comitato di valutazione, composto da preside e alcuni colleghi che mi hanno osservato e valutato durante quest’ultimo anno scolastico.

1 settembre 2023: firmerò il contratto a tempo indeterminato.

…e in tutto ciò GRAZIE. Grazie ai colleghi e alle colleghe: da voi imparo ogni giorno, ma grazie soprattutto per avermi sempre spronato a non arrendermi. Ma grazie soprattutto ai miei studenti e alle mie studentesse, presenti, passati e futuri: è per voi che ha senso alzarsi ogni mattina, anche quando fuori è buio, ed è per voi che in questi “3 mesi di ferie” (che tre mesi non sono, e che comunque fino all’anno scorso erano mesi di Naspi), la scuola, in fondo, mi manca.

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